SABRINA CASADEI. MONTEFANTASMA

SABRINA CASADEI. MONTEFANTASMA
INAUGURAZIONEDOMENICA 26 MAGGIO 2019 ORE 18:00
DAL 27 MAGGIO
AL 20 LUGLIO —
Domenica 26 maggio alle ore 18.00 la Galleria Nicola Pedana è lieta di inaugurare Montefantasma, la prima personale di Sabrina Casadei (Roma, 1985) presentata negli spazi della galleria. La mostra è accompagnata da un testo critico di Chiara Pirozzi ed è visitabile fino al 20 luglio 2019.
Sabrina Casadei presenta un ciclo di lavori inediti che descrivono un percorso di ricerca avviato durante la residenza nel centro artistico NES di Skagaströnd in Islanda. L’artista muove le fila dall’immaginario sublime che nella storia dell’arte avvolge il tema del paesaggio nordico per tradurlo in visioni pittoriche astratte e minuziose, in cui la natura biomorfa del segno migra costantemente verso la descrizione di realtà trasognate e fantastiche.
Montefantasma raccoglie dipinti e installazioni di medio e grande formato che invitano lo spettatore a muoversi nello spazio, ciascuno con il suo tempo e ritmo, alla ricerca di una personale esperienza all’interno dell’immaginario proposto dall’artista; un paradigma visivo in grado di estraniare il familiare, raggiungendo così il perturbante.
La tavolozza cromatica scelta da Sabrina Casadei fonde sulla stessa tela note fredde e temi caldi come fossero correnti d’aria che si compenetrano alla ricerca dell’equilibrio termico; la medesima condizione di stato fisico è cercata e raggiunta dall’artista nella relazione con i luoghi ospitanti, che la conduce verso la realizzazione di opere che sono il frutto della descrizione psichica del paesaggio.
L’attrazione per l’ignoto unito a uno sguardo meravigliato sono i comuni denominatori dell’esperienza visuale proposta da Sabrina Casadei, che giunge alla creazione di immagini in cui il dato figurativo si perde al fine di sedimentarsi in forme lunari e marine, crateri e concrezioni, in continua compenetrazione. La pittura di Sabrina Casadei si muove, dunque, con gesti lenti e meditati in grado di creare texture fitte e materiche, generando un tratto filamentoso che descrivere micro e macro-universi, ricami artigianali o frattali naturali.
Montefantasma è il racconto di terre appena emerse o di paesaggi mentali nati dalla relazione fra il corpo dell’uomo e il corpo-natura in cui è la percezione climatica a scandire colori, flussi e innesti.
Sabrina Casadei nasce a Roma nel 1985 dove vive e lavora. Nel 2009 si laurea nella cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Successivamente si trasferisce a Berlino; ora si muove spesso fuori dall’Italia tramite programmi di residenze artistiche. Espone in mostre e fiere nazionali e internazionali, tra cui: 2019 Art Paris Art Fair, Grand Palais, Parigi, Francia; 2018 Selvatico (tredici) Fantasia – Fantasma, Palazzo Sforza, Cotignola (RA); No old thing under the sun (Solo), Eduardo Secci Contemporary, Firenze; MAPS, Societa’ Geografica Italiana, Villa Celimontana, Roma; UNTITLED Art Fair, San Francisco, Usa; 2017 Terre Emerse (Solo), Francesca Antonini Arte Contemporanea, Roma; Invisibili Connessioni – Punctum, Archivio Storico e Museo Italgas, Torino; Malerbe, Istituto di Cultura Austriaco, Roma; Landina, CARS, Omegna (VB); 2016 A Thousand Miles away-Residenze #2 (Solo), AlbumArte, Roma; Bølge (Solo), NKD, Dale Sunnfjord, Norvegia. Residenze: 2019 NES Artist Residency, Skagastrond, Islanda; 2017 Rotes Haus, Artist in residence Kunstsommer Moritzburg, Germania; 2016 NKD, Nordic Artists’ Centre Dale, Dale, Norvegia; 2014 Le CouveNt Artist in Residence, Le CouveNt, Auzits, Francia.
PIETRO PAOLINI. ALONG THE ROUTE

PIETRO PAOLINI. ALONG THE ROUTE
INAUGURAZIONE
16 MARZO 2019 ore 18:00
DAL 17 MARZO
AL 30 APRILE 2019 —
La Galleria Nicola Pedana è lieta di presentare Along The Route, la prima personale di Pietro Paolini negli spazi della galleria.
Dal 2004 al 2014 Pietro Paolini (Firenze, 1981) ha viaggiato attraverso il Sudamerica per osservare e immortalare il cambiamento sociale e politico in corso in Bolivia, Ecuador e Venezuela durante le presidenze di Evo Morales, Rafael Correa e Hugo Chavez. Ha camminato molto, attraversato stati, incontrato popoli ed etnie, tracciando il suo percorso documentaristico munito dell’unico mezzo in grado di costruire memoria, di consentirgli, attraverso il suo obiettivo, di accogliere, raccogliere e custodire quel che il giorno, la popolazione e gli eventi avrebbero offerto al suo sguardo e alla sua testimonianza.
Along the route, lungo la rotta, ha trovato molto più di ciò che stava cercando. Ha condiviso il viaggio con un intero continente: con i muratori di Caracas durante la costruzione di appartamenti destinati alla popolazione più povera in virtù del nuovo programma governativo “Mission Vivenda”; con il movimento di opposizione studentesca venezuelano nel corso degli scontri con la guardia nazionale; con i raccoglitori di conchiglie della baia di San Lorenzo sulla costa ecuadoregna; con i bullfighters e le cheerleaders di Quito; con i minatori di Cerro Rico in Bolivia, organizzatisi in cooperative dopo secoli di sfruttamento.
Nel documentare il paesaggio e la vita quotidiana nei paesi del nuovo socialismo latinoamericano, Pietro Paolini ha colto la fervente e rivoluzionaria complessità di questi territori, risaltando le contraddizioni di realtà socio-politiche in evoluzione, di popoli pronti ad iniziare cambiamenti radicali, lottando per il progresso e per la costruzione della loro identità contemporanee.
Grazie allo strumento fotografico, l’artista ha colto e descritto le realtà esistenziali di queste nazioni, intercettato la vita nel suo farsi, narrandone la concretezza e le incertezze future, costruendo un vero e proprio romanzo visivo: un racconto che rappresenta la vita intera, in tutte le sue implicazioni storiche, sociali, economiche, antropologiche e politiche; consegnandoci immagini pure, senza filtri, lontane dagli stereotipi occidentali: tracce di memoria del mutamento in atto, chiavi di lettura della società latinoamericana. “Queste immagini sono un viaggio attraverso il paese, in questo momento di cambiamento della coscienza popolare, senza sapere quale sarà il suo futuro, ma con la profonda convinzione che non si potrà più tornare indietro”.
Pietro Paolini è nato a Firenze nel 1981. Ha frequentato il corso triennale presso la Fondazione Studio Marangoni a Firenze nel 2005. Dal 2004 ha iniziato il suo interesse per la realtà del Sud America, con particolare attenzione i paesi del nuovo socialismo latino americano, Venezuela, Bolivia ed Ecuador. Nel 2006 fonda insieme ad altri quattro fotografi il collettivo TerraProject, che si occupa di tematiche sociali e geografiche italiane realizzando progetti collettivi di fotografia documentaria. Le sue fotografie sono state esposte in Italia e all’estero.
Collabora come free lance con molte riviste italiane e internazionali. Nel 2012 il suo lavoro “Bolivianas” viene premiato al World Press Photo 2012 con il secondo premio storie nella categoria Daily life. MOSTRE PRINCIPALI Balance on the zero- Cuizhenkuan Art Museum. Xi’An, China. June 2017. The two halves – Benaki Museum; Athen, Greece. June 2016. Caso Colectivo 11.227- MACRO museum; Rome, Italy, October 2105. The two halves– MACRO museum; Rome, Italy, September 2014. Balance on the zero- Savignano photo festival, Italy, September 2013. Bolivianas – Espace Transit; Montpelier, France, June 2012 NoNoise – Rencontre de Arles 2013; Arles, Franca, July 2012. NoNoise – Ego Gallery; Lugano, Switzerland, January 2012.
Bolivianas – Fondazione Marangoni Gallery; Firenze, Italy, June 2011. Bolivianas – Centro Forma; Milano, Italy, February 2010. Bolivianas – Centre d’Art Villa Tamaris – Marseille , France, September 2012. Bolivianas – VISA photo festival 2010; Perpignan, France, September 2010. E.CO 2010 – Centro cultural de Espana en San Paulo; Brazil, November 2010. Friendly fire – E.CO Exposicion, Antigua tabaqueria de Madrid; Spain, May 2010 Atopia #01 –Mandeep Gallery. Index Urbis Architecture Festival; Roma, Italy, 2010. PREMI & RICONOSCIMENTI LANDSKRONA foto dummy award 2018 Celeste Prise – Streamers 2016 Graziadei Award – MACRO ROMA 2014 M.Pesaresi award for contemporary photograpy 2013. World Press Photo 2012 – Daily life 2nd prize stories. Fujifilm Professional Choose Film Distinctions Awards 2011 Canon Italia Young photographers award 2009.
PUBBLICAZIONI “Il racconto onesto”, Contrasto 2015. “Laboratorio Italia” SiFest 2014. Pazzini Editore “Fotografia Festival Roma” 2015 Catalogue “Fotografia Festival Roma” 2014 Catalogue “4” TerraProject and Wu Ming. 2013 Self publishing “Novartis Campus for Artists”. Caltalogue 2013 “World Press Photo 2012” Catalogue “X years reflexion Mastercalss” – Actes Sud 2012 “Gente del Santerno, volti e storie di una vallata”, Contrasto 2011. “Vietato!”, curated by Giovanna Calvenzi and Renata Ferri, catalogue. 2011. “E.CO 2010” , catalogue. 2010. “Young blood 2010”, catalog of the best italian talented artist of the year. “Reign of fire”, catalogue. 2009.
VINCENZO RUSCIANO. SKYLINE

VINCENZO RUSCIANO. SKYLINE
INAUGURAZIONE
6 DICEMBRE 2018 ore 18:30
DAL 6 DICEMBRE 2018
AL 30 GENNAIO 2019 —
La Galleria Nicola Pedana è lieta di presentare Skyline, la prima personale di Vincenzo Rusciano negli spazi della galleria.
In questa occasione Vincenzo Rusciano (Napoli, 1973) presenta un nucleo di sculture inedite, dal titolo “Grafite”, che prendono le mosse dalla propria ricerca artistica degli ultimi anni, quella produzione dove la figurazione classica si mescola con gli utensili tratti dalla archeologia che rimandano a ciò che, fino a ieri, era il suo operare quotidiano. Elementi figurativi che però Rusciano non ha mai presentato per “intero” ma amputati, trasformando quella stessa limitazione, quella frammentazione, quella provvisorietà, in una sintesi di cifre distintive profondamente diverse, in un ponte che collega due orizzonti distanti, quello storico/ classicheggiante a quello urbano/contemporaneo. In questo nuovo nucleo di opere, altresì, per Vincenzo Rusciano è il segno grafico che gioca un ruolo importante, poiché il disegno è il ‘modello’ di sintesi- semplificazione del nostro pensiero, la vera consapevolezza, come chi riassume un pensiero in poche parole, così lui interpreta e sintetizza, nella più completa padronanza della materia scultorea, per ridurre l’intero vissuto artistico e professionale degli ultimi anni al solo scheletro, all’essenza, in una rielaborazione di esperienza di vita.In occasione della mostra, verrà realizzato un catalogo, con un testo del collezionista Massimo Lauro
Vincenzo Rusciano, nato a Napoli nel 1973. Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni private italiane ed estere, tra cui: Collezione Madre – Museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli; MAC – Museo d’Arte Contemporanea Lissone, MB; Collezione Museo della scultura contemporanea, Gubbio; Collezione Ernesto Esposito, Napoli; Collezione Galerie Ernst Hilger, Vienna; Collezione Claudia Gianferrari, Milano-Roma; Collezione Angela e Massimo Lauro, Napoli-Città della Pieve. Tra le ultime mostre personali: “Nero Moto Perpetuo”, Museo Civico di Santa Maria dei Servi, Città della Pieve (PG), 2017, promossa da Il Giardino dei Lauri. Collezione Angela e Massimo Lauro; “Not so Bad in Capri”, Villa San Michele Foundation, Anacapri, 2016, curata da Maurizio Siniscalco; “Not so Bad” Galleria Annarumma, Napoli, 2016; “Echi dal bianco” Museo d’arte Contemporanea di Lissone, 2015, a cura di Alberto Zanchetta; “Sponda” Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, Napoli, 2014, a cura di Angela Tecce e Alberto Zanchetta; “Broken”, Galleria Annarumma, Napoli, 2011; “Deadline”, Annarumma404, Milano, 2008; “I’m not Spiteful”, NT Art Gallery, Bologna, 2007, a cura di Alberto Zanchetta; “Neverland”, Changing Role Gallery, Napoli, 2006. Tra le ultime mostre collettive: “Incontri”, Chiesa dell’Annunziata, Teano (Ce), 2018, patrocinata dal Comune di Teano in collaborazione con Galleria Nicola Pedana e Carlo Cinque; “Ixion. La collezione, la sua evoluzione e la ricerca culturale al servizio della città”, MAC Museo d’arte contemporanea, Lissone, 2018; “Per_formare una collezione”, Madre_Museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli, a cura di Andrea Viliani e Silvia Salvati; “Made in Naples”, Banca Widiba, Napoli, 2017, a cura di Fabio Agovino e Francesca Blandino; “Senza Frontiere”, Parco d’Arte Quarelli, Roccaverano AT, 2017, curata da Alessandro Demma; “The Go-Between. Una selezione di artisti internazionali dalla Collezione di Ernesto Esposito” Museo di Capodimonte, Napoli, 2014, a cura di Eugenio Viola; “Passaggi. Dalla collezione privata di Ernesto Esposito”, Museo di Arte Contemporanea del Belvedere di San Leucio, Caserta, 2011, a cura di Massimo Sgroi; “A.D.D. Attention Deficit Disorder”, Palazzo Lucarini, Trevi (PG), 2010, a cura di Benjamin Godsill; “Il Giardino dei Lauri, Collezione Angela e Massimo Lauro”, Città della Pieve (PG), 2009; “Sistema Binario”, Stazione Metropolitana di Mergellina, Napoli, 2008, a cura di Adriana Rispoli e Eugenio Viola; “La Casa degli Artisti. Dalla Collezione Murri di Arte Contemporanea”, Palazzo D’Accursio, Bologna, 2008, a cura di Valerio Dehò; “Ironia domestica”, Museion di Bolzano, 2007, a cura di Letizia Ragaglia; “Open Space”, Centro Culturale Candiani, Venezia, 2006, a cura di Lara Facco e Alberto Zanchetta.
PAOLO BINI. MEDITERRANEO ROSSO E ORO

PAOLO BINI. MEDITERRANEO ROSSO E ORO
INAUGURAZIONE
5 OTTOBRE 2018 ore 18:30
DAL 5 OTTOBRE
AL 12 NOVEMBRE 2018 —
A site-specific project fot Palermo
Naufragi rosso e oro nell’opera di Paolo Bini
a cura di Valentino CatricalàUna stanza buia, una penombra, un ambiente suggestivo all’interno del quale ci immergiamo. Qualcosa è illuminato all’interno, sulla destra un dipinto inclinato dal basso verso l’alto, come a indicare una direzione: l’inizio di un viaggio. È il viaggio che Paolo Bini fa intraprendere al visitatore una volta che il suo corpo viene inglobato all’interno della bellissima Cappella dell’Incoronazione del Riso, Museo regionale d’arte contemporanea della Sicilia.
Un viaggio che si sviluppa spazialmente – il percorso fisico della mostra – ma anche temporalmente – su una stratificazione temporale che dall’oggi ci collega direttamente alla storia, alle radici, di un luogo simbolico come il mediterraneo.
Concentrandoci un po’ ci rendiamo conto che l’opera sulla destra ha una natura ondulata “Mediterraneo con riflessi oro”, la superficie è rappresentata da leggere onde di sfumature di bianco e oro, frutto di una tecnica in via di sperimentazione dall’artista. E’ proprio su queste onde che il nostro occhio inizia la sua navigazione in un ambiente che l’artista ha meditato dopo un lungo studio della città e della sua terra.
Quella di Bini è un’installazione che va osservata come una entità unica, un ambiente: un’opera creata appositamente per quel particolare luogo che è la Cappella dell’Incoronazione. Un luogo molto suggestivo ed estremamente caratteristico – nel senso di “pieno di carattere” – e intenso, opposto alla superficie piana, primaria, del white cube. Se lo spazio del white cube è uno spazio primario, un “grado zero” disposto ad accogliere qualsiasi possibilità, nel quale tutti i segni e tutte le opere sono possibili, quello della Cappella è invece uno spazio pieno, nel quale tanti, molti, segni sono stati presenti, nella sua storia, nei passaggi temporali umani e corporei che lo hanno determinato.
Non è facile confrontarsi con uno spazio del genere, non si possono semplicemente posizionare delle opere, lo spazio va vissuto, sentito, odorato, in un confronto e scontro di rispetto e aggressività.
E così il moto ondulato dell’opera iniziale è ripreso con il colore rosso nella seconda grande opera posta nei pressi dell’abside. L’occhio naviga tra le onde di un mare simbolico composto di sfumature di colore tra il rosso e l’oro. Sfumature di rosso, di oro, di giallo, che si fanno di volta in volta più o meno rosee. Sfumature, come sfumato è il nostro tentativo di coglierle in una rappresentazione. Un mare, un cielo, la terra? Non sappiamo. Sappiamo solo che esse sono in movimento, vibrano sui nostri occhi proprio come l’acqua riflessa dalla luce quando guardiamo il mare.
Questo è l’invito dell’artista: guardare le due opere con un movimento diagonale, una inclinazione visiva che detta un cammino. Si scende, ancora, nella parte sotto della cripta dove Bini ha realizzato due opere pittoriche, due installazioni come sostegni attraversabili, oltre i quali si intravede un dipinto che apre una finestra sul tema sul sogno.
Un viaggio quello dello spettatore che si tramuta in naufragio nel percorso in apparenza lineare proposto dall’artista, accompagnato, sin dall’inizio del suo processo, da un riferimento , quella dell’immagine del dipinto di Thèodore Gèricault, “La zattera della Medusa” del 1819. Il grande stimolo dato dal celebre dipinto è quello dell’infinito tentativo di cogliere e di capire cosa si cela dietro quel rapporto terra-mare, mediterraneo-Sicilia. Un rapporto stratificato che pone le proprie basi sull’idea di intreccio di culture, di razze, di architetture, di storie, di dominazioni, all’interno del quale il mare – il mediterraneo nella sua valenza fisica e simbolica – acquisisce un’importanza particolare.
Bini riscrive uno spazio espositivo, già intriso di stratificazioni culturali (cattoliche, normanne, saracene, ecc.) utilizzando il materiale simbolico di due colori e di tutte le loro sfumature.
Il rosso della vegetazione, degli alberi, delle foglie, della terra Siciliana, di Palermo; il rosso della simbologia orientale, ma anche il rosso del sangue che macchia il mar mediterraneo dai tempi dei tempi. Un rosso che si ribalta nel suo opposto concettuale, l’oro del misticismo, del mistero. Non è un caso che a inspirare il colore oro all’artista sia stato il Duomo Di Monreale, uno dei principali esempi di arte bizantina. E non è un caso, ancora, che a caratterizzare l’arte bizantina, e il Duomo, sia proprio l’oro, dove questo sta a indicare la porta di collegamento con la divinità, il mistero, la fede.
Il viaggio che noi come spettatori intraprendiamo una volta entrati nello spazio espositivo è, in realtà, un naufragio. Il naufragio della ragione, il naufragio dei sensi, il naufragio di categorie applicate troppo facilmente a culture che non conosciamo. Immergersi in questo naufragio vorrebbe dire ritrovare quel rapporto con la conoscenza che troppo spesso perdiamo e che l’arte, forse, ancora può farci toccare.
Paolo Bini (Battipaglia, SA, 1984) si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli in Scenografia, studiando con Salvatore Michelino e Massimo Bignardi. Nel 2007 è stato assistente dello scenografo Gerardo Viggiano al Cinespettacolo del Grancia di Brindisi Montagna.FORMAZIONE
2002 – 2007
Diploma Scenografia, Accademia di Belle Arti, Napoli, ItaliaRESIDENZE
2010 – Museo San Francisco de Asys, Havana, Cuba, a cura del Centro Di Sarro;
2010 – GRAD Kultural Center, Belgrado, Serbia, a cura di Componibile62;
2013 – ARP, SMAC gallery, Cape Town, Sudafrica a cura del Centro Di Sarro;
OPERE IN COLLEZIONI PUBBLICHE
Fondazione Donna Regina Museo MADRE, Napoli, Italia
Collezione del Premio Cairo, Milano, Italia
Collezione del Centro Luigi Di Sarro, Roma, Italia
Leeu Collection, Franshhoek, Sudafrica
Public Works Collection, Cape Town, SudafricaVarie collezioni private internazionali
MOSTRE PERSONALI
2018
Mediterraneo rosso e oro, a cura di Valentino Catricalà, Cappella dell’Incoronata, Museo Riso, Palermo, Italia
La pittura, giorno dopo giorno, a cura di Luca Beatrice, Galleria Alberto Peola, Torino, Italia
Colourscape, CIRCA Gallery, Johannesburg, Sudafrica2016
Left Behind, a cura di Luca Beatrice, Reggia di Caserta, Caserta, Italia
Al di là del Quadro / Beyond the painting, Everard Read Gallery, Cape Town, Sudafrica2015
Behind the visible, a cura di Ivan Quaroni, Galleria ABC Arte, Milano, Italia
Astrazione modulare, a cura di Valerio Dehò, Fornace Falcone, Eboli (SA), Italia2014
Contaminazioni [con Donald Baechler] a cura di Enzo Battarra, Galleria Nicola Pedana, Caserta, Italia
Panoramiche emozionali, con un testo di Claudia Gennari, CerrutiArte, Genova , Italia
Paintings on tape, Casa Turese arte contemporanea, Vitulano (BN), Italia
Altri viaggi, a cura di Maria Letizia Paiato, Casa Ludovico Ariosto, Ferrara, Italia2013
Paolo Bini. Brink of the ocean, a cura di Alessandra Atti Di Sarro ed Emma Vandermerwe, SMAC Gallery, Cape Town, Sudafrica
Colour absence in suspense, con un testo di Martino Cappai, Plesso Mattioli, Siena, Italia
Kalodiki, CerrutiArte, Genova , Italia2011
Un proyecto especìfìco [con Catherine Biocca] a cura di Alessandra Atti Di Sarro, Centro Documentazione Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro, Roma, Italia2010
Un proyecto especìfìco [con Catherine Biocca] a cura di Alessandra Atti Di Sarro, Museo San Francisco de Asìs, La Habana, Cuba
Colour absence, in suspense, a cura di Massimo Bignardi, Museo Palazzo Bianco, Genova, Italia2009
Paolo Bini. Opere recenti,a cura di Massimo Bignardi, Galleria Il Catalogo, Salerno, ItaliaPaolo Bini, a cura di Massimo Bignardi, Centro Documentazione Ricerca Artistica Contemporanea Luigi Di Sarro, Roma, Italia
2008
Casellari della memoria, a cura di Claudia Gennari, Palazzo San Galgano, Siena, Italia
MOSTRE COLLETTIVE
2018
Incontri, Ex Chiesa dell’Annunziata, Teano, Caserta, Italia
Per_formare una collezione: Per un archivio dell’arte in Campania, a cura di Andrea Viliani e Silvia Salvati, Fondazione Donna Regina – Museo MADRE, Napoli, Italia2017
Souther abstraction, Everard Read Gallery, Londra, InghilterraSpectrum, CIRCA Gallery, Johannesburg, Sudafrica
Geometrie e colori, a cura di Massimo Bignardi, Pinacoteca Provinciale, Salerno, Italia
Hardline, CIRCA Gallery, Cape Town, Sudafrica2016
Premio Cairo, XVII Edizione, a cura di Michele Bonuomo, Palazzo Reale, Milano, ItaliaBeyond, a cura di Valerio Dehò, Art Forum, Bologna, Italia
Principio d’indeterminazione, a cura di Ivan Quaroni, ABC Arte, Genova, Italia
Abstraction ?Bini, Dalbis, Olivier, Tirelli, Galerie Placido, Parigi, Francia2015
Cromatici, a cura di Pasquale Ruocco, CerrutiArte, Genova, Italia
Empire, Everard Read Gallery, Cape Town, Sudafrica
Prima Pagina Art Prize, a cura di Valerio Dehò, gallery hall Arte Fiera, Bologna, Italy2014
Show_Yourself@Madre, a cura di Andrea Viliani, Fondazione Donna Regina – Museo MADRE, Napoli
Summer Season, Everard Read Gallery, Cape Town, Sudafrica
Premio Celeste, a cura di Lorenzo Benedetti, Assab-one, Milano, Italia
Approdi e naufragi, a cura di Marco Alfano, Palazzo Mezzacapo, Maiori (SA), Italia
Premio Griffin, a cura di Ivan Quaroni, Fabbrica del Vapore, Milano, Italia2013
Opere dalla Collezione Permanente, a cura di Pasquale Ruocco, Museo FRAC, Baronissi (SA), Italia
Verticalità, a cura di Walter Vallini, Museo-CAMeC, La Spezia, Italia2012
Verticalità, a cura di Walter Vallini, Sala Dogana, Genova, Italia
Green Dreams, a cura di Massimo Bignardi, Tempio di Pomona, Salerno, Italia
InterRail, a cura di Marcella Ferro e Pasquale Ruocco, Art’s Events, Torrecuso (BN), Italia2011
Collezione Permanente del MUSEO FRAC, a cura di Massimo Bignardi, Museo FRAC, Baronissi (SA), Italia
Nuove Rotte della Pittura, a cura di Pasquale Ruocco, Museo degli Arsenali, Amalfi (SA), Italia
Spazi dell’anima, a cura di Massimo Bignardi, Chiesa dell’Annunziata, Marcianise (CE), Italia2010
Naples@Beograd, a cura di Componibile62, GRAD – Kultural Center, Belgrado, Serbia
Premio Mario Razzano, IV Edizione, Museo – ARCOS, Benevento, Italia
XIII Settimana della Cultura Italiana, a cura di Alessandra Atti Di Sarro, Museo Convento de San Francisco de Asìs, La Habana, Cuba
VI Festival delle Lettere, Buste dipinte, a cura di Luisa Castellini, Teatro Dal Verme, Milano, Italia2009
Sguardi irrequieti, a cura di Marcella Ferro e Pasquale Ruocco, Castello dell’Abate, Castellabate (SA), Italia
La défènse: priorità dello spazio e necessità del tempo, a cura di Pasquale Ruocco, Fës, Minori (SA), Italia
Persistenze sul confine dell’immagine, a cura di Massimo Bignardi, Museo MAT, San Severo (FG), Italia2008
Africa action, artisti per l’Africa, a cura di Pasquale Ruocco, Chiesa S.Maria a Gradillo, Ravello (SA), Italia
Espressiva, from expressionism, a cura di Massimo Bignardi, Galleria PositanoNewArt, Positano (SA), Italia2007
Echi temporanei, a cura di Marcella Ferro, FRAC – Baronissi (SA), Italia
VIII Premio Biennale d’Arte Contemporanea, a cura di Roberto Zambelli, Torre Strozzi, Perugia, Italia2005
Contraddizioni della pittura, XVI Premio d’Arte Camposauro, a cura di Massimo Bignardi, Ex carcere, Vitulano (BN), Italia
IVANO TROISI

IVANO TROISI
INAUGURAZIONE
7 APRILE 2018 ore 18:30
DAL 7 APRILE
AL 20 MAGGIO 2018 —
con testi di Luca Beatrice e Alessandra Troncone
MATTEO MONTANI. UNFOLDING
